Chi Siamo

Da più di 30 anni la storia del Ponte racconta il nostro lavoro e la scelta di vita che abbiamo compiuto.

La disabilità è una risorsa

Aperti a relazione e cambiamento

Ascolto, fatica, fiducia, responsabilità

Riconoscibilità sociale e protagonismo

Il nostro obiettivo

Un ponte che accorcia le distanze

Accompagnare il percorso delle persone con svantaggi psichici, cognitivi o sociali verso la conquista della dignità e dell’autonomia di uomini

Da più di 30 anni la storia del Ponte racconta il nostro lavoro
e la scelta di vita che abbiamo compiuto: accompagnare
il percorso delle persone con svantaggi psichici, cognitivi
o sociali verso la conquista della dignità e dell’autonomia
di uomini.

Lo facciamo attraverso una precisa convinzione – che la disabilità sia una risorsa e non un limite–, una predisposizione personale – quella di essere noi per primi aperti alla relazione e al cambiamento – e la consapevolezza di un metodo, che interseca, ascolto, fatica, fiducia e responsabilità. Solo così può compiersi quelll’alchimia terapeutica che trasforma le possibilità in valore, le difficoltà emotive in autostima, il benessere individuale in utilità collettiva potendo guardare nuovamente alla comunità esterna e alla famiglia di appartenza come a un luogo dove poter acquisire riconoscibilità sociale e protagonismo.

Le attività

Persone al servizio di persone

Tutte le attività sono finalizzate a sviluppare negli utenti le proprie capacità individuali

Laboratori e attività hanno una specifica attenzione al rispetto di regole, degli orari e degli spazi, al mantenimento delle abilità manuali e cognitive, all’apprendimento di diverse mansioni e dell’autonomia gestionale, alla socializzazione
all’interno e all’esterno della comunità, alla partecipazione attiva in percorsi di integrazione sociale.

Maurizio Buosi, direttore

Geppetto

Maurizio è il nostro Geppetto, idealista ma disincantato, umile ma estrosamente concreto, genuino e generoso. È colui che, 30 anni fa, ha intravisto in un’esperienza poco strutturata e momentanea la possibilità di trasformarla in una realtà che avesse anima e corpo autonomi. Una creatura che sapesse «ballare, tirare di scherma e fare i salti mortali ». Da allora, sotto la sua guida, Il Ponte ne ha fatte di acrobazie, ma Maurizio è sempre stato convinto, da buon falegname, che sia fondamentale scegliere e rimodulare gli strumenti di volta in volta a seconda del progetto – o della persona – su cui si sta lavorando senza assecondare un rigido protocollo precostituito ed universale.

In essa è racchiuso il mistero enigmatico della relazione, quello che fa sì che l’arte dell’incontro si trasformi in alchimia terapeutica. È il principio cardine del nostro agire quotidiano, quello che pretendiamo innanzitutto da noi stessi per poi intervenire sul protagonismo dei nostri utenti: metterci in discussione e predisporci, noi per primi, al cambiamento. Come? Attraverso la fatica, quella nostra e quella dei «ragazzi» grazie al lavoro, che li porterà a sviluppare le capacità e ad acquisire una migliore considerazione di se stessi e un riconoscimento sociale esterno.

Giuseppe, utente

Pinocchio

Giuseppe adora i film con protagonisti Bruce Lee o Maciste ma, a differenza loro, scatena le mosse marziali e la forza bruta su un’altra discipilina che gli è più consona: la bugia. È lui il nostro Pinocchio. Spensierato e monello, pigro e lunatico, ingenuo quanto basta, testardo più che astuto, virtuoso delle scuse. «Sono un monello che prometto sempre di correggermi, e non mantengo mai!» diceva il burattino alla fatina, ma a Giuseppe non è il naso ad allungarsi ogniqualvolta palesa una menzogna ma adirittura l’intero viso si trasforma e sprigiona un colore vermiglio che cesserà d’intensità al sopraggiungere di un nuovo, illusorio, pentimento.

La bugia per i nostri utenti equivale a volte alla sopravvivenza stessa. Non per volontà di inganno ma per il timore che l’azione che hanno compiuto possa avere conseguenze gravi. Si tratta di persone che sono state spesso relegate ad una condizione di «colpa», di scherno, di pena o di allontanamento ed il loro trincerarsi dietro ad una bugia è il sintomo di una valori che costano fatica, ma sono i principali aspetti su cui lavoriamo costantemente ogni giorno con i nostri «ragazzi». Guardando ai loro diritti certamente, ma anche ai loro doveri.

Federica Barabas, coordinatrice

Fata turchina

«Come farò a presentarmi alla mia buona Fatina?» si chiedeva Pinocchio all’ennesima marachella. Se la Fata dai capelli turchini avesse avuto le sembianze di Federica, non avrebbe avuto di che temere. Empatica e colta, intuitiva, autorevole ma amorevole, dimostra una spiccata capacità organizzativa ed un’immediata risoluzione decisionale. La sua naturale propensione all’ascolto e alla mediazione fa sì che rappresenti un punto cardine per gli operatori e per gli utenti favorendo una comunicazione attiva dei soggetti con particolare attenzione alle dinamiche di gruppo e ai meccanismi relazionali.

Nella complessità in cui operiamo è necessario chiudere sempre il cerchio delle diverse prospettive terapeutiche. Per quanto al Ponte non vi sia nulla di accademicamente precosituito e si dia sempre ascolto alle osservazioni degli operatori e alle istanze degli utenti, è necessario ridimensionare e focalizzare le progettualità affinché le soluzioni e gli obiettivi individuali possano essere trattabili e verificabili. È un passaggio delicato ma necessario per «misurare» il benessere dell’utente, attivare la verifica con l’equipe e promuovere il confronto con le famiglie di appartenenza.

Renzo, utente

Mangiafuoco

«Ma il pubblico della platea, s’impazientì e prese a gridare: — Vogliamo la commedia! vogliamo la commedia! —» Ed ecco che uscì Renzo, il nostro burattinaio a riportare la calma con quella sua oratoria strampalata: «Ciusto! Bona idea» (Giusto! buona idea). Un voluminoso sfiato di fumo riempì l’aria, non certamente derivato dalla sua fama di mangiafuoco ma da quella più prosaica di irrimediabile tabagista. Renzo è un omone all’apparenza burbero, irruento, ma è solo il suo modo fisico e diretto per chiederti una sigaretta, un accendino, un orologio o un cellulare di cui è collezionista geloso. È lui a sovrintendere le «attrazioni» del Ponte pur senza, da furbo impresario, prendervi attivamente parte.

Tutte le attività del Ponte, da quelle prettamente ricreative a quelle più specificamente terapeutiche, sono finalizzate a sviluppare negli utenti le loro capacità individuali e relazionali con specifico riguardo al rispetto di regole, degli orari e degli spazi, al mantenimento delle abilità manuali e cognitive, all’apprendimento di diverse mansioni e dell’autonomia gestionale, alla socializzazione all’interno e all’esterno della comunità, alla promozione e alla partecipazione attiva in percorsi di integrazione sociale.

Asini, animali

i Ciuchini

Sì, siamo noi «quelli degli asini» come in molti identificano la nostra cooperativa. Trainanti il calesse o liberi, i nostri 7 ciuchini sono presenti ad ogni manifestazione del territorio non solo per il loro impatto empatico ma anche per le proprietà terapeutiche che esercitano sui nostri «ragazzi». La taglia ridotta, la pazienza, la morbidezza al tatto, la lentezza di movimento e la tendenza ad andature monotone dell’animale favoriscono infatti la «comunicazione» con il disabile sia a livello fisico, psichico ed energetico. Mediante la vicinanza all’asino lo aiuta a ridurre lo stress, alleviare le difficoltà emotive o a trasformarle in sensazioni positive favorendo il suo benessere.
Gigi, utente

Lucignolo

Degno compagno di Pinocchio in quanto a vane promesse di redenzione dalle bugie, Gigi è il bulletto del gruppo, monellaccio e provocatore, istigatore di «cattive strade» per i suoi compagni di ventura. Sempre scoperto dagli operatori ricompensa le sue trasgressione con un senso di responsabilità collaborativa ed attenzione per le mansioni che gli vengono affidate. «Che cosa fai costì?» domandò Pinocchio a Lucignolo, avvicinandosi. «Aspetto di partire…» «Dove vai?» «Lontano, lontano, lontano!»

«Andare lontano» è una verità del Ponte. Non solo metaforica per le personali conquiste raggiunte dagli utenti ma anche concreta in termini di opportunità occupazionale e sociale. Da sempre la cooperativa persegue infatti gli obiettivi del suo operato confrontandosi con l’esterno della cosiddetta comunità civile allorché si fa essa stessa terapeutica. Un confronto non solo di relazione ma anche di impegno ed impiego nelle progettualità proposte da associazioni, enti pubblici, imprese private, scuole, liberi cittadini. Misurare le proprie capacità con la comunità significa infatti per l’utente reinserimento sociale, visibilità e riconoscibilità pubblica, maggiore autostima ed autonomia.

Franco ed Elio, utenti

il Gatto e la Volpe

«Mi e me compare anden a Pordenon». È la frase che si sente più spesso il sabato in cooperativa quando il gatto Elio s’accompagna al «socio» Franco nelle scorribande cittadine. L’uno giocoso e curioso, socievole ma ruffiano (conquista le persone con piccoli doni aspettandosi di essere contraccambiato), l’altro un ghiottone astuto e scaltro, diffidente, con la tendenza al comando e alla presa di distanza dagli altri utenti. Concede la su complicità solo a chi gli dimostra rispetto, reverenza e riconoscimento del suo ruolo «superiore».

La forza e l’originalità della cooperativa è stata, fin dagli inizi, quella di far convergere e convivere un’eterogeneità di utenza e non di specializzarsi in maniera monotematica su una disabilità. Questa scelta è stata fondamentale per poter promuovere dinamiche di cooperazione tra gli utenti stessi. Laddove alcune abilità, fisiche o cognitive, non sono concesse ad alcuni, lo sono invece per altri e la loro interazione rende possibile il reciproco sostegno e l’autonomia senza la mediazione costante degli operatori. Da noi infatti non sussiste un rapporto assistenziale di 1:1, ovvero di un operatore affiancato ad ogni «ragazzo».

Valore di squadra

Dentro la Balena

Madalena (operatrice), Annalisa (referente fattoria e cucina), Augusto (supporto operatore e factotum volontario), Francesco (operatore), Lisa (educatrice professionale), Emilia (amministrativa); ed ancora Laura (operatrice) e Sabrina (addetta alle pulizie). Sono loro i «naufraghi» inghiottiti dalla balena, che completano la squadra e che ogni giorno fanno luce nell’oscurità della disabilità. Gli operatori e gli educatori compongono l’equipe, supervisionata da uno psicologo, e si occupano di elaborare il programma individualizzato degli utenti verificando i loro progressi nelle attività socialmente utili, nei rapporti personali e relazionali, compresi quelli con i familiari, e nella cura dell’aspetto e dell’igiene. Attraverso incontri di verifica programmati e lo scambio quotidiano di informazioni condividono e rimodulano il programma anche con le famiglie di appartenenza degli utenti.

Alfredo, utente

il Grillo Parlante

Saggio per hobby, dispensatore di consigli per professione, Alfredo si prende cura di tutti con simpatica rigidità e ripetitività. Rappresenta la sapienza del buon senso, dote che alterna alla compiacente adulazione. Spesso allarga i suoi confini incarnando la coscienza degli altri ed imponendone l’interpretazione come unica ed insindacabile. Di riflesso non riceve un manico di martello sul capo come fece Pinocchio, ma una buona dose di improperi non gliela risparmia nessuno. E allora lo trovi là, sopra ad una trave o in giro per la fattoria che parla da solo automotivandosi e ripetendosi le cose da fare.

Come i «ragazzi» anche noi non siamo da soli a sostenere il nostro percorso e a ricevere i «buoni consigli», ma negli anni abbiamo stipulato un dialogo educativo con diverse istituzioni del territorio, tra le quali:

CONSORZIO LEONARDO - Pordenone (socio ordinario)

ENTE PROVINCIALE SVILUPPO E COOPERAZIONE - Pordenone (socio ordinario)

CONFCOOPERATIVE FEDERSOLIDARIETÀ - Roma (socio)

UNIONE PROVINCIALE COOPERATIVE FRIULANE  - Pordenone (socio)

ASSOCIAZIONE INTERFORZE POLIZIE INTERNAZIONALI - Pordenone (partner di progetto)

RETE TERRITORIALE DELL’AGRICOLTURA SOCIALE DELL’ASFO - Azzano Decimo (membro)

PDZ · PIANI DI ZONA - Azzano Decimo (membro effettivo)

PARROCCHIA DI GHIRANO - Ghirano di Prata (partner di progetto)

PRO LOCO DI VILLANOVA E GHIRANO - Villanova e Ghirano di Prata (partner di progetto)

TAVOLO EDUCATIVO PASIANO E PRATA - Pasiano e Prata di Pordenone (partner di progetto)

COMUNE DI PRATA - Prata di Pordenone (partner di progetto)

ASD BASKIN PASIANO - Pasiano di Pordenone (partner di progetto)